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Gli Anderson

Maria Anderson, moglie di Giulio Barluzzi, apparteneva ad un’illustre famiglia dell’alta borghesia romana conosciuta a livello internazionale nel campo delle edizioni di arte fotografica.

Originaria del Cumberland, in Inghilterra, con il nome di Atkinson la famiglia, proprietaria terriera, era dedita all’agricoltura. Da John Atkinson e da Hannah Topping nasce a Blencarn l’11 marzo 1813 il secondogenito Isaac che fin da giovanissimo mostra talento per la pittura e per il disegno. Isaac abbandona la terra d’origine per andare a Parigi, dove prende il nome d’arte di William Nugent Dumbar. Decide però nel 1838 di trasferirsi a Roma, dove nel 1839 partecipa con successo all’Esposizione Annuale indetta dalla Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti con tre sue opere.

L’ambiente artistico e il fascino della città eterna sviluppano ancora di più nel giovane il temperamento artistico tanto da convincerlo a non lasciare più Roma. È nel 1845 che, pur continuando a coltivare la pittura, Isaac comincia ad interessarsi alla fotografia, adottando tra il 1845 e il 1846 il nome di James Anderson. James si imporrà subito sia in Italia che all’estero per la sua abilità.

Fonda nel 1851 la prestigiosa casa fotografica con sede Fuori Porta del Popolo n. 19; nel 1853 abbandonerà definitivamente la pittura per dedicarsi totalmente alla nuova arte. In quello stesso anno James sposa Maria de Mutis e dal loro matrimonio nascono 4 figli maschi.

Sarà il primogenito Domenico (1854-1938) a proseguire con successo l’attività portata ormai a livelli europei dal padre, in quegli anni così importanti anche per le varie e numerose innovazioni nella tecnica fotografica. Così riportava un articolo del Messaggero, il 6 dicembre 1928, dedicato a Domenico Anderson «il papà della fotografia»: «Il fotografo d’arte più antico… tra i più noti e accreditati… Gli Anderson costituiscono un ceppo di fotografi artisti, che dal modo come fruttifica e aggiunge rami, si può credere che non perirà più».

Nel 1878 sposa in prime nozze Vincenza Interlenghi, ma rimasto vedovo dopo appena un anno, decide nel 1881 di risposarsi con la giovanissima Clotilde Sardi dalla quale avrà: Guglielmo (1882- 1912), Maria (1883-1935), Alessandro (1885-1973), Elisa detta Lisetta (1887-1890), Sofia (1889-1975), Giorgio (1891-1986), Carolina detta Lina (1894-1987), Enrico (1898-1938) e Roberto (1900-1938), tutti battezzati nella religione cattolica.

Maria Barluzzi Anderson venne ritratta dal noto pittore romano Silvio Galimberti (1869 – 1956) nel 1935 come certifica la data lungo il margine inferiore del dipinto ( inv. 173), in quanto moglie dell’architetto e ingegnere Giulio Barluzzi, che nel 1939 sarebbe divenuto Presidente della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon.

Studiosa d’arte, si ricordano tra i suoi scritti gli studi su Pinelli (del 1927, cit. in Giulio Salvadori. Lettere (1907-1928) 1976, pp. 1005-1006) e sui Nazareni (L’ultimo dei Nazareni, in “Roma”, II, 1924, pp. 228-231).

È possibile ammirare il suo bellissimo ritratto presso l’Accademia dei Virtuosi che era nata nel XVI secolo con lo scopo di “favorire l’esercizio, lo studio ed il perfezionamento delle Lettere e Belle Arti e di promuovere l’elevazione spirituale degli artisti”.

Fu riconosciuta da Papa Paolo III il 5 ottobre 1543.

Gli Accademici erano “virtuosi”, ossia artisti (pittori, scultori, architetti). Fra i primi associati vi furono Taddeo Zuccari, Giacomo Barozzi da Vignola, Beccafumi, Antonio da Sangallo il Giovane e in seguito i maggiori artisti e architetti di ogni tempo come Pietro da Cortona, Rainaldi, Algardi, Borromini, Lanfranco, Preti, Velasquez, Juvarra, Vanvitelli, Valadier, Canova e molti altri nomi di grande fama.

Fanno oggi parte dell’Accademia cinquanta accademici ordinari di nomina papale divisi in cinque classi: Architetti, Pittori e Cineasti, Scultori, Musicisti e Cultori delle Arti, Letterati e Poeti, oltre a 49 Accademici ad honorem.

Maria Anderson e Giulio Barluzzi accolsero presso le proprie residenze di Roma e Ravello esponenti della vita artistica, culturale e mondana internazionale dei primi anni del Novecento intessendo relazioni e scambi di gusto, stile e scelte espressive con la realtà aristocratica, religiosa, politica ed intellettuale dell’epoca.

 

Per approfondire

https://it.gariwo.net/dl/Leonetti_definitivo_pdf.pdf

https://www.rerumromanarum.com/2019/10/villino-anderson.html

https://www.accademiavirtuosi.it/collezione/opera?id=173

https://www.academia.edu

https://www.accademiavirtuosi.it/collezione/virtualtour/#

 

Gli Anderson e l’arte della fotografia in Italia

Famiglia originaria dell’Inghilterra, per tre generazioni esercita a Roma l’arte della fotografia. Il capostipite fu Isaac Atkinson (Blencarn 1813-Roma 1877) che nel 1838 si trasferisce definitivamente a Roma per dedicarsi prima alla pittura e dal 1845-1846 alla fotografia, firmandosi James – o Giacomo – Anderson. Nel 1859 pubblica il suo primo catalogo a stampa e nel 1877 alla morte è fotografo apprezzato in Italia e all’estero. Lo stabilimento è ereditato dal figlio, Domenico Anderson (Roma 1854–ivi 1938), che vi lavorava già da tempo. Questi ottenne nel 1895 il brevetto per “un processo e apparecchi fotografici per la riproduzione a colori”. Con l’aiuto dei figli Guglielmo (1882-1912), Alessandro (1885-1973) e Giorgio (1891-1986), l’attività si amplia e nel 1907 si trasferisce sulla via Salaria, 7a. Con l’occasione viene dato alle stampe il primo catalogo generale. Saranno anni di grande attività fino al 1957 quando la società è costretta a lasciare la sede storica e al 1963 quando cesserà la propria attività. Il loro archivio sarà acquisito da Alinari (40.000 lastre) e portato a Firenze, ma verrà distrutto dall’alluvione del 4 novembre 1966.


Catalogo dei Musei Vaticani: gli Anderson

https://www.google.com/

Il Fondo Anderson dei Musei Vaticani

https://catalogo.museivaticani.va/

Ritratto di Maria Barluzzi Anderson 1935

Olio su tela; cm 44 x 36
(con cornice: cm 55 x 46,5)
Firmato e datato in basso a sinistra:
S. Galimberti / 1935

Iscrizione, in alto a centro:
MARIA BARLUZZI ANDERSON ·

Inv. 173 PAVP, sede Pantheon